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Visualizzazione dei post da settembre, 2017

Un cane per te

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Sei cresciuto. Sei un ragazzino ora. Hai una montagna di capelli indomabili, onde forti e testarde. Vorresti un cane. Desidererei tanto prendere un cane tutto per te, ti direi "andiamo a scegliere il tuo cucciolo" ed andremo al canile, ti lascerei scegliere anche se so che sarebbe durissima, dire tu no, tu no, tu invece si è sempre crudele, ingiusto, ma inevitabile, come vivere. Scegliere qualcuno dal mucchio è sempre sconvolgente e doloroso come vivere questa esistenza. Sono certa che saresti in grado di occuparti di un cane con la giusta cura, ti conosco, ti osservo, hai pensieri per gli altri, ti preoccupi, rinunci ed aspetti, tieni in mente chi ti sta intorno e sai fartene carico. So che non ti peserebbe scendere con il tuo cane la mattina presto, so che non dimenticheresti di riempire la sua ciotola, che saresti pronto a coccolarlo ed a preoccuparti del suo benessere. So che torneresti a casa come hai cominciato a fare da un po', da solo, attraversando il p

E' proprio questo

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Le tue braccia hanno un profumo, i tuoi polsi fatico a lasciarli senza le mie dita intorno. Le tue braccia si infilano sotto la mia nuca, sulle mie natiche, dietro la mia spina dorsale, il profumo di te mi resta addosso per ore, poi d'improvviso non lo trovo più. Spesso ho freddo amore mio, è la paura forse, è la stanchezza, è la fatica sai?forse è solo questo non ti spaventare, passerà vedrai. La fatica mi fa tremare. Lo smarrimento mi fa sbuffare di freddo come i cani, mi fa trasalire, lo strappo mi toglie il calore, e solo le tue labbra e solo le tue mani, e solo il tuo ventre, che sono caldissimi, che sono caldissimi tutti, riescono ad essere la coperta per il mio implacabile freddo. Hai labbra roventi ed una lingua calda e generosa. E solo quando apri le braccia e mi lasci passare dentro sotto e su di te, riesco a trovare un pò di pace, riesco ad iniziare a raccontarmi davvero. E solo quando poggi la schiena e posso raggomitolarmi addosso a te,solo allora lascio anda

I quadrifogli

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Le avevano regalato tre bulbi di quadrifoglio, erano secchi ed accompagnati da un disco di torba per esservi piantati, nelle sue mani erano solo tre bombine fruscianti, piccole, asciutte. Aveva piantato i tre bulbi, li aveva annaffiati piano e messi sul davamzale in faccia al sole di fine estate. I bulbi si erano trasformati nel giro di pochissime ore, da subito le erano parsi portentosi. Lei aveva la netta impressione di vederli crescere mettendosi semplicemente a fissarli. Le apparivano testardi, selvaggi, pieni di vita e desiderio, i quadrifogli spuntavano, scavavano, crescevano affamati di acqua e di sole. In pochissimo tempo erano diventati sei quadrifogli con screziature violacee, uno stelo lunghissimo, tenero ma tenace, il verde brillante delle loro foglioline, stupiva gli occhi. Quei quadrifogli erano disarmanti, sembrava che crescessero a dispetto dei primi temporali e del vento che soffiava forte contro di loro, ad un certo punto lei li aveva guardati con più attenz

Sulle spalle

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Sulle spalle ho portato zaini e borse, libri e panini, figli e paure. Sulle spalle ho trascinato vergogna e bugie, ci ho infilato curve irregolari e dolori acuti. Sulle spalle ho messo tutta la mia storia, le ho abbassate e chiuse per tentare di proteggermi. Le mie spalle si sono piegate sui miei bambini quando erano dentro ed addosso a me. Le mie spalle le ho accartocciate, le ho saldate in modo che non tentassero di aprirsi e prendere il volo. Le mie spalle si muovono senza fluidità, sono inchiodate e ferme, piene di fitte e spine. Le mie spalle sono appese e cadenti, non hanno più molta forza ma non so come liberarle dal peso. Le mie spalle hanno bisogno di caldo e di quelle tue mani che guardo mentre gli altri non sanno che le sto guardando. Sulle mie spalle ho scaricato il peso dei giorni e catapultato la spinta degli scossoni, con le mie spalle ho cercato di ammortizzare gli impatti e di nuotare le acque che mi trovavo davanti. Sulle spalle che troppo spesso mi paiono

Di nuovo Settembre

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Era di nuovo settembre, erano arrivati i primi temporali, i primi lenzuoli tirati su fino alle spalle di notte, il rientro a lavoro, il caffè del distributore,le colleghe con il colore dorato del sole, ancora visibile sulla pelle, i racconti del ritorno, i diari nuovi e l'odore irresistibile delle cartolerie. Era di nuovo settembre e l'aria aveva già un altro senso, non era più asfissiante ed asciutta, ma piena di fresco e piccoli sussulti ricchi di ossigeno. Come ogni settembre, quando lui arrivava, lei inziava a fare cose sconclusionate, a cercare porte ed angoli per nascondersi e per poi lasciarsi guardare e finalmente guardare anche lei. Era ancora una volta settembre ed i suoi figli si facevano sempre più grandi, nel lettone quando si sdraiavano accanto a lei a leggere od a chiacchierare, sembravano uomini. Cosa farò quest'anno yoga o nuoto?aveva ripreso a chiedersi, l'anno precedente lo aveva pensato al passare di ogni singolo mese, ed aveva finito per non i