Sulla ruota


Le mani si muovono velocemente ma non le guardo.
Le gambe camminano svelte ma non le seguo.
Vado e vado dentro un tempo rotondo come la ruota di un criceto, stesso percorso, intensità crescente, difficile scendere e prendere fiato.
Poi, improvvisamente capita che cada fuori dalla ruota, scaraventata dalla velocità, inciampata per un passo falso, una sovrapposizione di stringhe e di sentimenti, succede che capitomboli a terra, che alzi la testa e finalmente possa guardare.
Da terra, da un lato, da lontano, per un dolore od un contrattempo, guardo la ruota ed il più delle volte mi fa paura, anche se è la mia ruota, soprattutto perchè è la mia ruota.
Dentro alla ruota ci sono gli ostacoli che ho disseminato lungo la mia vita, le cose che non ho fatto, quello in cui non ho creduto, le occasioni perdute anche se erano fra le mie mani.
Dentro al perimetro della ruota ci sono gli errori, i rimpianti, le dimenticanze, le sovrapposizioni, i malintesi, dentro c'è tutto quello che ho accatastato mentre costruivo la mia ruota da criceto, non sapendo di stare costruendola.
La mia è una ruota fondamentalmente piena di distrazioni, la distrazione non mi ha permesso di cambiare forma alla ruota e questa si fa sempre più asfissiante, più piccola, più chiusa.
Da terra, da un lato la guardo, so che devo risalirci subito o mi si accumuleranno i panni, le briciole, le paure, i documenti, le responsabilità, le rate, gli obblighi, i debiti.
Devo rimontare sulla mia giostrina altrimenti la pila di cose non sbrogliate diventerà altissima e non più gestibile, risalgo e sbroglio, mastico e sputo, ingoio e prendo male l'aria, ricomincio a correre alla velocità della ruota, senza ricordarmi di avere impostato quella velocità, quel ritmo, chissà quando l'ho deciso, ed annaspo e brucio.
Penso che infondo potrei riflettere anche mentre sto sulla ruota, non c'è bisogno di rimanerne fuori, di caderne,di capitombolare via da lei, ma poi non è vero, la ruota ti permette solo piccoli pensieri, brevi istanti non lucidi, la ruota ti impedisce la visuale, ti sega l'orizzonte.
Finchè sei sulla ruota riesci a vedere solo la ruota, ad eccezione di piccolissimi sprazzi di meraviglia che se ti incanti a guardarli, eccolo lì che ricadi un'altra volta.
La ruota è un piccolo spazio uguale a sè stesso, ci si può provare a riempirlo di illusioni e poster, ma poi non funziona davvero.
La ruota crea un gorgo, un vortice, un risucchio dentro al quale mi devo adattare e trovare forma.
La ruota, la mia sgangherata, blindata, soffocante ruota, quasi ogni giorno ormai, avrei voglia di smontarla, appiattirla, spianarla e vedere la strada, non perchè voglia controllare esattamente dove porterà, ma per avere almeno il privilegio di iniziare a percorrerla.

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