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Quando faccio tre giri di quartiere per cercare il parcheggio sotto casa poichè ho la macchina carica di figli e zaini con peso specifico che sfiora la tonnellata, buste della spesa in fibra di mais scoppiato a vapore,computer pesante-sega capsula omerale,10 kg.di patate di Avezzano in offerta,libri in multistrato di faggio e per giunta piove a dirotto, quando alla fine mi arrendo, parcheggio lontanissimo, mi carico come un mulo, brancolo senza equilibrio tentando di tenere per mano i miei bambini, arrivo sotto casa, ma proprio sotto casa, con il fiatone, le fitte dolorose che si rincorrono su tutta la colonna vertebrale, le buste già slabbrate, il contenuto ad un passo dall'asfalto... e lui o lei, con la faccia beata e non curante, esce placidamente dal parcheggio più vicino al cancello d'entrata di casa nostra, lasciando un vuoto immenso.

Quando è venerdì mattina, ho già portato i miei bambini a scuola, la casa è silenziosa e tiepida, quando preparo il caffè, monto la schiuma di latte, mi siedo al tavolo del salone, ho tutto il tempo davanti e posso decidere con cosa riempirlo, anche con niente, incredibile, che lusso anche con niente, metto la musica che ho in testa già dall'alba, sorseggio il caffè bollente, scarto il mio giornale, lo sfoglio piano, e ad un certo punto trovo lei, rettangolare o quadrata, colorata o chiarissima,lucida od opaca... la cremina in regalo.

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