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Visualizzazione dei post da agosto, 2014

Breve storia di un bacio

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Baciami la testa, sento così tanto dolore. Ti bacerò le tempie, entrambe, per succhiarti via il battito, la percussione, il male. Poi ti bacerò la fronte per i tuoi pensieri più neri. Poi gli occhi, ti bacerò quelli per lasciarti riposare. Poi ti bacerò il naso per la bambina che ancora sei. Finalmente ti bacerò la bocca per la donna che sei diventata. Il collo, bacerò il tuo collo bianco, per l'immaginazione che ci scorre dentro. Bacerò un tuo seno per la mamma che sei, l'altro per la generosità senza freno che hai. Bacerò le tue cosce per non aver paura dell'inverno che verrà. Bacerò il tuo ombelico per farti ridere. Bacerò il monte di Venere che si gonfia sotto di te, per riposarmi un pò anche io. Il tuo sesso bacerò lieve, per il suo tasso alcolico ed il suo zucchero sciolto. Bacerò il tuo sedere per avere la visione tutta. Il piede, bacerò il tuo piede destro perchè mi piace e poi il sinistro perchè lo adoro. Ancora ti bacerò gli occhi per farti risv

Buongiorno Silvia

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Fine Luglio, ore nove circa, mattina pigra, niente lavoro, trabocco di gratitudine inspiegabile oppure ampiamente spiegabile ma non necessariamente contingente, leggo a pancia sotto sul mio lettone, intorno a me la musica che voglio, una bella colazione appena divorata,un'odore di mare che arriva dalle finestre spalancate anche se il mare è lontanto, a pensarci bene è più una sensazione di mare che un vero e proprio odore. Gongolo rigirandomi in un raggio caldo che mi si irradia fin dentro al coccige e si arrampica nel profondo delle mie terminazioni nervose, nelle articolazioni, nelle ossa. Un improvviso squillo del telefono cellulare che rompe l'idillio solitario dentro il quale mi stavo liquefacendo, una sensazione di vetri infranti si affaccia prepotente dentro me:"pronto" biascico mesta e malmostosa. "Buongiorno Silvia!" cinguetta una voce che simula un'amicizia ventennale traboccante di bei ricordi vissuti insieme. "Buongiorno mi dica&qu

Distacchi d'amore

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I miei bambini sono partiti per la prima volta. E' estate, una strana estate, intorno a me una casa silenziosa, assolata. Gli zaini pieni di cose, per correre, mangiare, dormire, crescerci dentro. Sono partiti senza i loro peluche, senza di noi, senza me. Ora sono lontani da qui, un filo potente e trasparente ci lega, come quello dei pescatori. Sono da una parte diversa da quella in cui sono io, vedono cose che io non vedo, annusano aria che non conosco. Si riempiono gli occhi di mare e montagna, di alberi e sabbia, si stanno facendo delle idee, vivendo delle emozioni ed io non gliele sto filtrando, non sto dando loro un nome, non preparo per loro la colazione. E' una strana estate, sono partiti senza di me per dieci giorni, non era mai successo, sono nel mondo ad imparare a stare senza di me, ed io imparo con loro la medesima cosa. I pullman, gli abbracci, le partenze, le sagre, i bagni, le escursioni. Le loro ginocchia, le loro gambe, i loro visi. La crema solare