Diagnosi familiari


In ogni casa la malattia ha una risonanza peculiare, ogni famiglia ha una caratteristica risposta al dolore, una personalissima ed irripetibile reazione all'accidente.
I genitori crescono i figli accompagnandoli con una serie di credenze e terapie specifiche, spesso avulse e lontane dalle fondamentali conoscenze mediche.
Le diagnosi familiari ed i conseguenti protocolli di cura, sono piuttosto rocamboleschi.
Ci sono madri che per anni ripetono ad i proprio figlioli ammalati:"hai mal di pancia? lavati i denti vedrai che starai meglio".
Altre ancora: "hai mal di testa e sei pallido? ma hai fatto la cacca oggi?", il figliolo in questione ha però frequentemente una età media compresa fra i 40 ed i 50 anni, figli e moglie a carico, un posto di lavoro prestigioso ed una reputazione da difendere.
Mani sulla fronte durante il vomito, bagnoli con aceto od alcool per abbassare la febbre(i capelli ne conservano tracce odorose per settimane), caffè amari con il limone, canarini bollenti, fasce strettissime sulle tempie, tazze di latte e miele ustionanti, sorsate di brandy a digiuno, spremute di limone assoluto, massaggi su arti contusi, monete premute sui ficozzi, pennellate con olio extra vergine con spremitura a freddo, su ustioni di terzo grado, urine appena prodotte,versate sulle punture di tracine, buste di piselli congelati sdraiate su setti nasali frantumati, bistecche chianine schiacciate su occhi pisti, sono solo parte del nostro patrimonio di primo soccorso familiare.
Le notti svegli sul divano ad osservare i figli appena impattati con il cranio sul pavimento del salone, concentrati nel vano tentativo di non farli addormentare, gli scherzi paurosi organizzati per far trasalire bambini affetti da singhiozzo incoercibile, minestrine iperproteiche post partum, canzoncine consolatorie, pasta acqua e farina fatta a mano per stimolare la produzione di latte materno, ovatte ficcate nei nasi gocciolanti sangue, stecche di legno avanzate dalla posa in opera del parquet, poste sotto ad ossa rotte, camomille preparate nel cuore della notte, secchi raccogli vomito, sulfumigi con il vicks che ti spalancano contemporaneamante tutti i chakra, ognuna di queste barbare pratiche racconta di noi, delle nostre origini, profuma di casa e tende ad essere perpetuata di generazione in generazione.
La famiglia segue fili e convinzioni radicate, le pratiche di automedicazione spaziano dai granuli di belladonna, a tonnellate di antibiotici somministrati indistintamente al primo starnuto, da opercoli erboristici, ad allopatia selvaggia.

La cosa bella che accomuna tutti i metodi di diagnosi e cura familiare, è certamente l'amore, la premura, l'assistenza dell'altro, e questo forse rappresenta buona parte del viaggio verso la guarigione di tutti i mali.

Quando un caro ti si siede accanto per curarti e parla il tuo linguaggio, hai già iniziato a guarire.

Commenti

Post popolari in questo blog

Io in:"Differenze seconda parte"

Diciotto

Nel tunnel