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Visualizzazione dei post da novembre, 2013

Pausa

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Svegliarsi ed accorgersi di essere svegli, un'altra volta, un altro giorno. Lenti aspettare. Disdire appuntamenti ed impegni. Staccare i telefoni. Rinunciare ad uscire, chiudere porte e finestre. Respirare, indugiare con il pigiama ed i piedi fermi. Quasi non parlare. Un po' di musica, la musica sempre. Un po' di acqua, l'acqua sempre. I bambini dove vogliono, liberi come vogliono, sempre con me però, a terra, sul letto, arrotolati sul divano. Io e loro. Termosifoni e forno accesi. Noi, muoverci piano per casa. Il legno dei mobili e del pavimento, senza parcheggiare. I soldi senza spenderli, il lavoro senza lavorarlo. Neanche un semaforo, un ritardo, una corsa. Tagliare, eliminare, ridurre. Smettere, fermarsi, nessuna meta se non esserci e basta. Nessun luogo da raggiungere se non il cuore. Ascoltarsi senza fretta, senza sbrigarsi, senza accumulare fare. Lasciare che piova e che faccia freddo, ora non ci importa, siamo qui insieme. Annusarci e tocca

Certe volte mi chiedo

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Certe volte, come ora mentre tutti dormono, mi chiedo dove sei. Mi chiedo cosa ti ha portato via in questo modo ingiusto e violento. Mi chiedo cosa ti abbia convinto ad andartene senza voltarti indietro, senza guardarmi negli occhi, senza avere il bisogno di dirmi "vado via". Certe volte mi chiedo cosa stai facendo, quale cibo stai ingoiando, se mastichi come quella volta in piedi con il nostro dolce per due, a piedi nudi in gennaio, o se lo fai in modo diverso senza me. Certe volte mi chiedo chi sei veramente, ma tanto non lo so ancora di me, perché dovrei saperlo di te? Certe volte mi chiedo se guidi la macchina nuova che aspettavi, se vai a piedi, se hai già messo i maglioni di lana che annusavo come un cane segugio, se hai freddo, se mi pensi e se davvero mi pensi, che forma ho nei tuoi pensieri. Certe volte sfioro le calze nere, il copricollo annodato, i tuoi bigliettini dai quali si può ancora indovinare la tua scelta attenta, quasi lussosa di un tempo lungo ch

In una vita

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Non mi appartiene neanche il mio corpo. Però essere tenuta nella mente, rimanere dentro, lasciare una traccia, in qualche modo appartenere a qualcuno, mi fa sentire viva. In una vita ho sempre cercato un posto, anche piccolo ma speciale, accanto alle persone che ho amato. Far parte, aggregarmi, sentirmi compresa, presa, considerata, pensata, sorretta, mi è indispensabile. In una vita ho paura di essere dimenticata, o peggio, vivo nel timore e quindi nella convinzione profonda, di poter essere scordata. In una vita ho riempito molte pagine di diari e quaderni, ho consegnato lettere e poesie, biglietti e pensieri appuntati sui tovaglioli del bar, ho scritto ovunque, solo quando davvero ne avevo voglia. Ho usato le parole scritte per dire, le ho domate, incanalate, spinte, indirizzate e poi cancellate. In una vita ho accatastato righe quando finivo il cambio di stagione e negli scatoloni infilavo fogli, quando facevo la lista della spesa e ci associavo i pensieri, ho aperto il p

Donne, seconda parte, la più bella.

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Amo le donne. Quando nel nevischio sporco dello schermo ecografico si fanno riconoscere dolcemente in utero da un chicco di caffè che solo l’ottusità tenta di definire negativamente come mancanza del pisellino Quando si prendono cura di bambolotti e peluches anziché smontarli e farli uccidere l’un l’altro. Quando apparecchiano per il tè prima di tirare fuori dai cassettoni gli invitati. Quando portano a casa una foglia di acero come fosse un tesoro. Quando disegnano le mamme con gli occhioni, le manone e le tettone. Quando provano a mettere in ordine il mondo a partire dai loro quaderni. Quando pensano che il loro papà non le deluderà mai. Quando parlano con le amiche di un amore che è neve appena caduta. Quando nidificano. Quando danno a un uomo qualcosa di più nobile rispetto ad un gioco che negli anni cambia solo nome. Quando il loro corpo si schiude alla nuova vita. Quando si richiude ma solo in un abbraccio ai figli che sa durare nel tempo senza rendere