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Visualizzazione dei post da 2012

AAA serate smarrite cercasi

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Il tempo vola. Scritta una ovvietà di tale portata, non paga, continuo. Il tempo vola inesorabile, schiaccia, cancella, comprime ricordi e sensazioni, giusto il tempo di accantonare una quarantina di natali, dei quali ricorderai solo piccoli flash non ricollegabili in maniera precisa, giusto il tempo di collezionare estati che sembravano infinite allora, ed in questo momento, anche strizzando gli occhi, riesci a risentirne appena l'odore, giusto il tempo di ritrovarsi grandi, con i figli, il lavoro, le responsabilità, un debito personale, molto soffocante, con la banca per i prossimi 28 anni, un debito pubblico molto più soffocante, accumulato in anni di mal governo sfacciato e scostumato, senza dignità nè senso della misura. Giusto il tempo di svegliarsi ogni mattina all'alba e non smettere di pedalare fino a sera, quasi senza respirare:le colazioni, la scuola, le malattie, il lavoro, la spesa, la cucina, le lavatrici, le pulizie, i compiti, la cena, i piatti, l'addor

Inganni pre-natalizi

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In queste ultime settimane, forse un pò come in tutte le case che contengono figli, bambini, ragazzini e nani di vario taglio, le madri, nonchè i padri, ma specialmente le madri, ricorrono al meschino ricatto intitolato:"Babbo Natale vi osserva, comportatevi bene, altrimenti niente regali". E' diventato quasi un tormentone, un mantra minaccioso, si inizia con la colazione:"non sprecate i cereali, Babbo Natale vi guarda,non buttate la torta per terra, Babbo Natale non vi porterà nulla", per poi riproporre la litania nel pomeriggio, quando non vogliono studiare, quando si picchiano rotolandosi sul tappeto, quando si arrampicano sulla grata della finestra e si lanciano con le ginocchia nude sul grès porcellanato, quando si infilzano stuzzicadenti nelle orbite e cotton-fioc nei timpani. La minaccia natalizia incombe sulle loro teste a cena, quando urlano, si lanciano le pietanze, scendono da tavola per fare la cacca proprio quando si è appena impiattata la mine

Gli amori taciuti

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Esistono gli amori silenziosi. Esistono gli amori nascosti, sotterranei, brulicanti, amori che se ne stanno quasi sempre al buio, senza mostrare la faccia al mondo, senza poter gridare ciò che si prova, quello che accade dentro davvero. Nel mondo ci sono milioni di amori mascherati, bugiardi, costruiti su una menzogna,nati da un bisogno profondo, interno, quasi sconosciuto anche a chi lo vive. Di solito chi ha un amore così è convinto di non averlo affatto cercato, ma forse non è così. Gli amori non ti cadono in testa tramortendoti, gli amori ti cadono in testa tramortendoti, dopo che si è intrapresa, infischiandosene, la strada sbarrata con scritto:"attenzione caduta massi". Gli amori taciuti si incontrano nelle ore più assurde, nei giorni feriali, di mattina presto o nel primo pomeriggio, gli amori così sono delegittimati dal mondo intero, additati,giudicati, invidiati. Gli amori clandestini si vedono correndo uno dall'altra trafelati, con un paio di scarpe con il

Di mamme, figlioli ed altre storie

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Il grande ha perso due dentini ed il terzo gli balla in bocca, scrive disordinatamente, ed è un asso nell'insiemistica, il piccolo ha la testa tonda, un grembiulino a scacchi per stare otto ore alla scuola materna, per lo più in maniera silenziosa, timida e creativa, come raccontatomi dalle maestre. Il grande ride meno di prima, ha una sofferenza visibile, un nervosismo veloce e rapido come i suoi muscoli sempre tesi, è asciutto e definito, ha le ciglia lunghe e scure, e fa amicizia con tutti. Il piccolo è generoso se gli và, affettuoso e dolcissimo solo con pochi, ama i cani ed i bambini neonati. Il grande è sensibile, spaventato dalle cose grandi della vita e scavezzacollo nei giochi fisici. Il piccolo è anarchico, mangia quando vuole solo quel che vuole, amerebbe cenare nei ristoranti sul mare e prendere gli aperitivi al bar. Il grande vuole compagnia quando fà la cacca e non smette mai di parlare neanche mentre la fà. Il piccolo vuole essere lasciato in pace per fare la ca

E' difficile

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E' difficile pensare che da quando hai visto e sentito nascere il tuo primo figlio, sono cambiate un sacco di cose. In realtà l'ho più sentito che visto nascere, una spinta, l'ennesima, senza sapere che potesse essere quella definitiva, l'ultima, e poi quella specie di pesce enorme che sguscia via, una scivolata verso l'aria, un balzo in superficie, ed ecco che il pesce che ti nuotava dentro giorno e notte, agganciato al tuo battito, al tuo sangue, alla tua carne più interna, è fuori, è altro da te. Ed ecco che intravedi una testa, dei piedini, un rantolo vitale che irrompe in un pianto strillato e la tua pancia si placa, il dolore svanisce, così concreto ed insopportabile poco prima, così lontano ed ovattato poco dopo. L'ho sentito nascere il mio primo bambino e l'ho accolto con tutta me stessa, come diversamente non avrei mai saputo fare. La sua pelle, il suo odore, i suoi movimenti, una piccola smorfia, hanno catturato ogni mio pensiero, impegnato

Con tu

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Caro Tommi, volevo chiederti scusa per essere entrata con il camice verde tutto sudato dall'emozione e dal caldo, dentro la tua stanza di terapia intensiva. Volevo chiederti scusa, se per l'egoismo di rivederti e darti un bacio, una nuova carezza,sono piombata davanti al tuo letto, accanto al tuo respiro affannoso, ai tuoi tremori, agli occhi che non riuscivi ad aprire davvero. Scusami se ho violato la tua nudità guardandoti, sbirciando la tua giovane bellezza ancora visibile sotto ai fili, ai tubi, ai lividi ed al pallore del tuo viso. Scusa se ho visto il tuo petto muscoloso, se ho incrociato il tuo tatuaggio tribale, se ho sfiorato la grana della tua pelle, sotto a quintali di macchinari e farmaci e sudore per lo sforzo di vivere o chissà, per smettere di soffrire. Volevo chiederti scusa, perchè se te lo avessi chiesto, e se tu avessi potuto rispondere, magari avresti detto no. Scusa To, non volevo mancarti di rispetto, nè calpestare la tua dignità, volevo vedere che

Senza tu

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Fuori c'è un autunno ventoso, appena arrivato, vedo gli alberi muoversi, sento il loro fruscio, bevo un tè caldo, ed ancora intravedo il segno del costume sul mio collo, ultimi strascichi di un'abbronzatura estiva, già lontana. I giorni, frenetici e pronti per essere dimenticati insieme ad un altro milione di altri giorni di lavoro e corse e cene e scuola e merende e panni da stendere, a volte si bloccano, si impuntano, inciampano e non puoi più dimenticarli. La lente che guarda quei giorni diventa larga, attenta, precisa, quasi paranoica nella ricerca di un particolare, di una modificazione, di uno spostamento. Arriva un giorno che sembra uguale agli altri fino al momento in cui non ti dicono "il tuo amico ha avuto un incidente", ed allora ti fermi e vai da un'altra parte, non la solita parte, vai incontro a lui, sperando di trovare qualcosa di buono, qualcosa che ti faccia pensare che possa svegliarsi e tornare a parlare con la stessa voce di prima, con l

Il punctum

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In un bellissimo libro sulla fotografia, "la camera chiara" Roland Bathes,afferma che nelle foto, sono presenti uno studium ed un punctum. Il primo provoca reazioni razionali in chi guarda la foto. Il secondo accende la parte emotiva, colpita da un particolare. Il punctum è applicabile un pò ad ogni cosa della propria vita, il punctum è il centro vibrante dell'esperienza che vivi, vedi, sperimenti. Il punctum è la summa delle sensazioni, il riassunto estremo dell'esperienza emotiva, il battito che accelera, il respiro che si fà più consapevole, la pelle percorsa dai brividi, l'occhio che si accende in un guizzo di curiosità ed appagamento. Il punctum può essere scoprire che qualcuno abita e stende i panni dentro la Piramide cestia al centro di Roma,l'odore del fazzoletto di tuo nonno messo nel taschino,una frase dei tuoi bambini che ti ha torturato per tutta la notte, il punctum di "Up" il cartone animato è certamente rappresentato dalle due p

Il barbiere vintage

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I miei bambini si recano assieme a me, da Enzo il barbiere storico del nostro quartiere, per sfoltirsi le chiome incolte. Enzo ha una barberia rimasta identica a come'era circa trenta-quarant'anni fà, come in un fermo immagine. Tutto intorno alla berberia di Enzo si è modificato:la strada si è riempita di macchine, hanno aperto supermercati e lounge bar, solarium e frutterie etniche, ma la barberia resta tale e quale, immutata e fedele a sè stessa. Prima di Enzo, lì dentro, faceva il barbiere suo padre, perciò Enzo è cresciuto imparando quel mestiere, giocando fra forbici e brillantina, fra spruzzini e lame per rasatura maschia. Le poltrone della barberia sono di pelle rosso amaranto, sono sbucciate qua e là e si può usufruire di cuscinoni di velluto verde pisello per farci stare più alti i bambini che si fanno tagliare i capelli da codesto personaggio. La carta da parati ha fioroni ormai sbiaditi, ci sono pile di asciugamani che temo, siano i medesimi degli anni settanta.

Primo Settembre

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L'ombrellone 132 dello stabilimento Tramontana si è chiuso definitivamente, ci sono rimaste appese sotto, avventure e segreti di questa strana estate. Un giro intero, 31 giorni esatti, dieci scatolette di tonno, tre insalate di riso, mille docce, tante buche nella sabbia, liti, silenzi, messaggi, partenze folli, un dente spezzato, un'emorragia, le gocce oleose e tiepide per placare il mio cuore in tumulto, due creme protezione totale, un'amore insieme sulla sedia, di pomeriggio che abbiamo pianto per la commozione tutti e due, due bronchiti, sei asciugamani pieni di sabbia e profumo dei nostri bambini, pochi caffè la mattina presto. Qualche pianto, trenta foto sceme per ricordarmi di essere dimagrita tanto, per ricordarmi di essere felice. Uno spettacolo di giocolieri, un sonno agitato pieno di sogni segreti da sorriderne la mattina, gli occhi trasparenti dei miei figli dentro al mare, saltando e nuotando. I meloni con il prosciutto crudo, i termometri ed i ventilatori

Adriatico

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Sull'Adriatico ci sono case a due passi dal mare. Sull'Adriatico ci sono spiagge lunghe, larghe, comode e piene di sabbia leggerissima. Sull'Adriatico, da bambini, ci siamo stati più o meno tutti e tornare con i propri figli, fà un certo effetto. Sull'Adriatico ci sono i pescherecci che rientrano dopo l'alba, carichi di frutti di mare e vongole e telline. Qui, i bambini si divertono come pazzi, fanno amicizia sotto agli ombrelloni, scavano buche, giocano con le biglie dei ciclisti prendendoli a schiccere nei cunicoli di sabbia, qui i bambini fanno avanti ed indietro con i secchielli, hanno la schiena piena di crema solare protezione totale e nuotano, nuotano, si asciugano e nuotano. Qui c'è il lungomare dove passeggiare la sera vestiti bene, pettinati e sempre più abbronzati. Qui, le estetiste abruzzesi fanno lavori perfetti e molto dolorosi, dei quali vai segretamente fierissima. Qui ci sono i pianobar che suonano la musica leggera ma proprio leggerissima,

Invece si

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Una mia cara amica, mi sussurrava stanca di tutte le delusioni ricevute dall'amore, dagli uomini, dalle relazioni naufragate:"io ho chiuso, basta, non ne ho più voglia,davvero, neanche morta ci riproverei, con l'amore basta davvero". Io le rispondevo storta sulla panchina sbeccata "già". Poi sono andata via, entrata in macchina ed ho pensato. Giudando ho continuato a pensare, tanto guidare è un'attività sottocorticale me lo ha spiegato il mio amato neuropsichiatra professore eccelso Pierro Marcello Mario, perciò pensavo. Prima di tutto pensavo che Marcello Mario non sarebbe dovuto morire, che ci sono tanti professori da dimenticare, gente mediocre, triste, spenta, viscida, insulsa, mentre Marcello Mario era il professore, lo seguivo in tutte le aule dove andasse a parlare, lui era lo scoppio di sinapsi che mi si accendeva non appena apriva bocca e muoveva le grandi manone generose. No, lui avrebbe dovuto continuare ad insegnare ed io lo avrei seguit

Io già da piccola...

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Io già da piccola avevo dei sospetti. Io già da piccola avevo intuito che sotto c'era una magagna, ma grossa eh. Io già da piccola non è che mi fidassi di questa gran figata che è la vita. A meno di due anni mia madre racconta che dissi al mio risveglio da un pisolino pomeridiano:"la vita, sempre uguale, buongiorno buonasera, buongiorno buonasera che noia". Io già a sei anni avevo elaborato la teoria del dolore:"non c'è un giorno senza che ci faccia male qualcosa, un'unghia, la pancia, l'occhio, un dispiacere". Si, una strana teoria per una bambina piccola ma questa ero io. Io già da piccola un pò di dubbio me lo lasciavo strisciare addosso, notte e giorno. Non sarà che è troppo dura? Non sarà che magari questo è un gioco più grande di noi? Non è che và a finire male e la magia si spezza? Non sarà che tutto questo che ci sfila intorno:nonno che prima era in poltrona a farmi sedia sediola e poi non c'è più e non potrò mai più vederlo ed è vol

Estate, limonate e zanzare, nessun progetto

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Capita anche quest'anno, avevo giurato che non sarebbe capitato, ma si sà, i giuramenti lasciano il tempo che trovano, in questo caso hanno trovato un anno tondo tondo davanti. Un anno in cui i pochi soldi di sempre sono volati via risucchiati dai mutui, dalle spese alla Coop e da Lidl,dal corso di nuoto del grande (il piccolo non ha ancora cominciato), le bollette che le sottoscrivi a 19 euro al mese e ne arrivano sempre 79 di euro da pagare non si capisce mai il perchè. Purtroppo quest'anno ci siamo anche abbastanza ammalati e questo è male perchè ognuno di noi sà cosa voglia dire andare in farmacia (una follia), pagare i servigi di un dentista (fantascienza), curare la colite spastica che poi ti ritorna perchè non hai più un soldo e ti si riaccende pure l'ulcera come fosse la fiaccola olimpica. Ovviamente la lista è molto più lunga, fitta ed angosciante, ma per amore del lettore, taccio, interrompo e la pianto qui. Fatto sta che dopo un lungo inverno che si è mangia

Posti di lavoro e progetti futuri

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Sto vivendo un momento difficile, un momento duro, doloroso, affannoso, spaventoso. Ho molte cose da dire a questo proposito, ho molto da raccontare su questo male che mi opprime il respiro, il sorriso, che mi impedisce un passo leggero, un passo che sia semplicemente un passo e non una traversata transoceanica. Però non ne ho voglia, non ho voglia di stare male e non ho voglia di parlarne, quindi non lo farò, voglio lasciare il fango fuori di qui almeno per stasera. Allora scriverò di alcune chiacchiere con i miei figli che mi girano intorno alla testa mentre purtroppo sono sdraiata a letto, sempre malata, sempre debole, sempre barcollante. Chiacchierando sul lettone con i miei bambini maschi e triviali, una di queste sere nuvolose e sfilacciate come zucchero filato inquinato, affrontiamo temi impegnativi e filosofici del tipo: "cosa fà il pompiere mamma?" "spegne gli incendi, salva le persone rimaste intrappolate, sfonda le porte delle signore che hanno chiuso c

Tempo

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Il tempo non è un tempo, è un rotolare di fatti, una serie infinita di respiri che ignori, il fare, il correre, l’affannarsi, un tempo è quello che ti capita e quello che ti colpisce d’improvviso, il tempo sei tu e la vita che spingi chissà verso quale direzione. Il tempo è qualcosa di potente che sfugge al tocco, alla consapevolezza. Tanti anni fa, in questi giorni ho visto dei video di quando ero ragazzina che lo possono provare, era l’età in cui avevo tempo. Avevo ancora un sacco di tempo per fare, per diventare, per scegliere. Non lo sapevo a quel tempo di avere ancora tanto tempo, sapevo solo di avere il tempo che avevo davanti, quel tempo lì di fronte ai miei occhi, non pensavo a lui, ero nel tempo in cui avevo tempo e non lo sapevo. Si può perdere tempo? E se lo si perde, si può ritrovarlo dopo? A quel tempo vivevo e basta. Vivevo ignorando il tempo ed ora vivo e non ho più tempo. E’ finito il tempo, non c’è più tempo. Eppure vivo ancora mangiando altro tempo, continua

L'uomo che piantava gli alberi, al parco

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Solito parco, solito chiasso, soliti figli che partono a razzo verso lo scarico energetico pomeridiano. I miei figli si lanciano nel parco, sulla terra di pini e polvere come se fossero stati sputati via da un cannone. Io arranco trascinandomi dietro una stanchezza strana, che mi si è infilata nei posti più reconditi, posti che non ricordo neanche più dove sono collocati. All'improvviso sento una voce che dice:"il gioco delle carte è un gioco di logica, roba di intelligenza alta, cosa sopraffina",l'uomo che emette codesta frase parla con altri uomini assisi sulle panchine sderenate del parco romano (altrimenti non sarebbero sderenate). Io incrocio il suo sguardo guizzante e gli sorrido senza esitazioni (sorrido quasi sempre senza esitazioni)lui allora mi dice:"l'ho detta grossa eh signorì?". "assolutamente no, anzi pensavo proprio che stava dicendo una grande verità e che ha ragione da vendere" "meno male và, se una bella signora mi d

Alle ragazze di Pola.

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Grazie ragazze perchè dopo 11 anni di lavoro insieme, verrò trasferita e non vi vedrò più tutti i giorni in quell'ambulatorio al pian terreno, quello con il portoncino marrone e le stanze colorate. Grazie perchè era bello trovarvi fra i parcheggi del quartiere trieste, la mattina presto presto con la faccia ancora ciancicata. Grazie per le colazioni ordinate da Peppe, per i cappuccini senza schiuma, per quelli con tanta schiuma, per quelli chiari e quelli scuri, quelli con il caffè caldo ed il latte freddo d'estate, per quelli bollenti d'inverno. Grazie per i pomeriggi infiniti quando fuori era già buio ed il richiamo di casa iniziava a stordirci le orecchie, grazie per le giornate lunghissime che si srotolavano sotto alle luci dei neon, grazie per quando faceva troppo freddo e si cercava di accendere le pompe di calore che funzionavano ad intermittenza, grazie per quando faceva troppo caldo e l'aria condizionata funzionava ad intermittenza, grazie per quando c'era

Diari e ricordi smarriti

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Lo svuotamento di una vecchia cantina mi ha consegnato un diario targato 1992-1993. Ha le pagine leggermente fiorate, come una vecchia mappa disegnata con toni delicati ed indecisi, ha l'odore dell'incenso che ho usato copiosamente negli anni seguenti. L'ho aperto poche sere fà e riletto fino a tarda notte. Quasi ogni pagina è riempita dai miei pensieri scritti con grafia tonda, ancora acerba, quasi tutto con inchiostro blu. Compivo 18 anni ed era l'anno della maturità. "studiare i diritti dei lavoratori. cena in campagna con te, notte abbracciati stretti, coccole fino al mattino, colazione in giardino con il cane acciambellato accanto a noi. La terzina, norme di emissione della voce nel canto. A cena da Italo e Vania nella loro casetta a Frascati, cucinato il pesce con il sale, brindato alle nostre due coppie. Partita a tennis con Anna e Luca, bellissima sfida. Pomeriggio ozioso, abbiamo portato il nuovo cucciolo in campagna, cucinato insieme e visto un film roman

La cucina di Santina

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In cucina da Santina, c'è quasi sempre il sole, è tutto ordinato e pulito, c'è un tavolino sul quale avvengono svariate attività, ed una vista a strapiombo sui pini. In cucina da Santina si fanno colazioni di cappuccini con la schiuma, di pietanze stagionali:panettoni, colombe, castagnole, cartellate fritte, ciambelloni senza lievito, caffè ristretti,cornetti del forno,tisane depurative. In cucina di Santina si fanno pasti anch'essi stagionali, a base di formaggio calabro e soppressata pizzitana, insalate in busta, pasta poco cotta e per lo più senza sale, polenta con le spuntature, insalate di riso e capresi a non finire. Nella cucina di Santina, gli avventori variano senza preavviso da un numero minimo di quattro ad un numero compreso tra il 20 ed il 30. In cucina da Santina si accumulano amici, vicini di casa, poveri e reietti, estetiste che ricostruiscono le unghie con il gel, madri quasi partorienti che si fanno la ceretta all'inguine, anziane che si misurano la pr

Problemi irrisolti

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"In una casa c'è un armadio con 30 pennarelli, un ladro ne ruba 10. Quanti pennarelli riporta in quella casa il ladro?" "in un negozio ci sono 30 caramelle alla frutta, 2 riculizie, 10 ciupa ciups. Quante caramelle ha mangiato il bambino piccolo?" "il contadino aveva 23 uova dentro alla cesta, la gallina ne aveva fatte solo 18, come è possibile?" Questa è l'ultima fase di un lungo lavoro fatto con i miei pazienti nell'ambulatorio logopedico, i piccoli effettuano un training specifico affinchè imparino a risolvere i problemi matematici, si esercitano con schede apposite, con software didattici e con attività strutturate a tal fine. Terminato tutto questo lungo percorso, per verificare che abbiano compreso a pieno il senso di un problema matematico, chiedo loro di inventarne uno, che contenga almeno una operazione matematica. Questi qui sopra sono solo alcuni esempi della loro meravigliosa fantasia e del mio fallace lavoro.

Palloncini di vetro

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"Disidratazione profonda, gastroenterite acuta, broncopolmonite destra in un paziente con varicella". In realtà si trattava del mio bambino di due anni e mezzo, con ogni centimetro di pelle tempestata di bolle, il pancino dolorante, la febbre che gli scaldava il collo bianco, un vomito ed una diarrea inarrestabili, un piccolo polmoncino abitato da un batterio perfido (ti ci sai mettere con i più piccoli eh?)ed i suoi occhi azzurri assurdamente spenti, quasi chiusi, le sue mani nelle mie mani, le sue gambe e le sue braccia allacciate a me notte e giorno, noi due tornati uno dentro l'altro come tre anni fà. Il mio piccolo nano pestifero era annientato, morbido come una gelatina alla frutta, di tanto in tanto si lamentava poco e mi sussurrava:"mamma non ce la faccio più, mi fà male tutto", poi, vomitava ancora e diceva "adesso passa vero?". La notte lui stava sdraiato e dormiva, il gocciolìo ritmico della flebo che lo curava, io gli sfioravo le unghie e g

Raccolta fondi

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"Mamma tu cosa volevi fare da grande quando eri piccola come me?" "Da piccolina volevo fare la macellaia e preparare polpette a non finire" "poi volevo fare la ballerina ma avevo le cosce di Sebino Nela" "chi è Sebino Nela?" "un calciatore della Roma che aveva cosce come le mie" "poi?" "poi volevo fare la crocerossina in Uganda, volevo diventare Madre Teresa di Calcutta e vincere il nobel per la pace" "che cose difficili" "si, però c'è stato sempre un sogno dentro di me, sempre lo stesso fin da piccola, un sogno che non mi ha mai abbandonata, neanche ora" "quale sogno mamma, quale?" "fare la scrittrice" "cioè?" "scrivere i libri e venderli nelle librerie" "perchè non ci sei riuscita?" "per tanti motivi tesoro, forse non li ricordo neanche tutti questi motivi, spesso la vita ti propone delle sorprese mentre cerchi di sorprenderla tu" &

Stormi e tangenziali

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Dopo nove ore di lavoro, mi ritrovo con la mia macchina grigia sulla rampa della tangenziale, in salita, sopra di me un cielo di nuvole spesse alternate a pezzi di cielo libero, improvvisamente uno stormo di uccelli che danzano in un ritmo dolce come un'onda, come un singulto leggero. Mi incanto a guardarli con il naso all'insù, stringo le mani sul volante, gli altri mi sorpassano, il traffico cerca di inghiottirmi, seminarmi, gli uccelli densi come un fluido scuro continuano l'elastico movimento coordinato come la migliore delle sintonie, la più armonica delle sinfonie. Resto a bocca aperta, nel frattempo mi attraversano la mente come piccoli flash, le immagini ed i suoni della mia famiglia, della mia vita, di un sorriso fatto durante la giornata, di un panino masticato in fretta, di un parcheggio non trovato, di un amore fatto più lentamente del solito, dei miei figli che mi dormono accanto, del problema di matematica non risolto con quel bambino che non riesce a risolver

Si, danzare

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Ascoltate il vostro respiro, scaricate il peso a terra, la gamba mi trascina il busto, la spalla segue, sperimento lo spazio, mi immagino lungo, mi immagino tondo, rotolo come un bambino, lancia il piede di lato, abbandona il peso, abbiate fiducia nel compagno, questo è il vostro compagno, la palla è la vostra storia abbiatene cura, la palla è responsabilità di entrambi, se perdete la palla vuol dire che non vi siete ascoltati, chiudete gli occhi ed ascoltatevi, respirate in sincrono, sentite l'aria sul viso?tira il muscolo? allungatelo, schiacciate le vertebre a terra, salite su seguendo una spirale, la colonna si srotola come un tappeto, e pa pa pa là, liberate il collo, spalancate le braccia, apritevi all'altro, sentite il battito, cercate un appoggio, lavorate sul movimento trattandolo come fosse liquido da lasciar scorrere, sentite la propulsione l'energia, e tan tan tan. Questo linguaggio, insieme al parquet consumato, la sbarra di legno, gli specchi, la polvere ed i

"D'interrogazioni, D'Annunzio ed estinzioni"

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"Tesoro, sono emozionata, come è andata la tua prima interrogazione sulla poesia di D'Annunzio?eh?dimmi dimmi, racconta a mamma tua..." "mamma, è andata benissimo, ho avuto un bollino con il sorriso, un bacio in fronte ed il voto che si chiama:"eccellente"..." "Uào che bello, la sapevi benissimo, eri proprio bravo ieri mentre la recitavi" "si và bene, lo sai che era la prima interrogazione per tutti, mica abbiamo avuto lo stesso voto sai? ognuno ha avuto il suo" "immagino, tu comunque pensa a te, non è una gara" "si me lo dici sempre, però per esempio Giovanni ha preso solo estinto e ci è rimasto malissimo". Te credo.

Aria di cielo

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Avrei voluto registrarti per farti riascoltare o riascoltarti io stessa fra qualche anno. Avrei voluto fermare le tue parole che sembravano un fiume in piena ma non ho potuto ed allora verranno inghiottite dal tempo che passa, dai ricordi che sbiadiscono, dalla memoria che non ricorda e non è più memoria. Avrei voluto risentire ciò che mi stavi dicendo nel momento esatto in cui me lo stavi dicendo, per non permettere che i tuoi pensieri spontanei come certi fiori che non è necessario piantare, si perdessero come questa neve imprevedibile e rara ai bordi della nostra città. Invece tu parlavi ed io tentavo di risponderti, ma annaspavo accanto alla tua sensibilità, al tuo dolore, alla tua preoccupazione di bambino di prima elementare. Al buio, sotto alle stelle giallognole comprate dal ferramenta, mi hai detto, con frasi lunghe e semplici, interrotte dalle mie risposte che qui non riporterò: "non mi convince questa cosa della vita, non lo capisco questo gioco, sembra che un gigante c